domenica 6 maggio 2012

Vorrei...

....non so cosa...
Mia madre peggiora, non ricorda più di tre minuti fa, a volte è già qualcosa se ricorda che sono una sua figlia.
Ho smesso di essere arrabbiata con la sua vita, con la sua sorte, con il suo destino o con la sua fatalità..ho smesso. Credo sempre, quello sì, che la conoscenza ti porta a capire, a sapere cosa stai affrontando a livello pratico...non a livello emotivo. Non c'è conoscenza che t'insegni le emozioni...non c'è!
La guardo, è lì...è sempre stata lì...per me...per le mie sorelle...per tutti...è lì...non si è mai spostata; è sempre stato un pilastro fermo, presente, ovunque andassi a qualsiasi ora tornassi..lei era lì con quel senso di sicurezza che danno le radici profonde ad un albero. Forse questa è la caratteristica più forte che mi ha donato.
Non so cosa non riesco ad elaborare, ma quando sono con lei mi accorgo di essere dura, di assumere un atteggiamento del tipo: impegnati che lo sai fare! Non ricorda come chiudere la lampo del piumino, mi guarda e mi si avvicina perchè faccia io per lei...ma non lo faccio...le dico che non c'è fretta, che faccia con calma, che si concentri perchè deve farlo lei, deve concentrarsi...il più delle volte ci riesce ma io in quei minuti d'attesa divento un fuoco. Non so cosa sia. So che non lo fa apposta, so che è la sua malattia...la conosco l'ho studiata ma qualcosa in me non l'ha metabolizzata. Lo sento nel tono che uso con lei quando vuole che sia io ad allacciarle la cintura di sicurezza, a farle vedere la direzione per entrare in casa, a farle capire che Greta è il mio cane e che non può portarselo a casa. Ho un tono duro, deciso, a volte sgarbato. E non lo vorrei, tutto ma non questo. Ho provato ad impormi più calma, un fare più dolce ma in quel preciso momento si abbassano le mie difese, mi si apre una finestra sulla cruda verità e vedo mia madre per quello che il destino le ha riservato...una frazione di secondo ed ho le lacrime agli occhi con una prepotenza che sembra irrompere e soffocare tutto. Ma non è quello che deve vedere mia madre, non le ci vuole un pianto di figlia davanti a se, le ci vuole forza, le ci vuole un pilastro a cui appoggiarsi che le infonda sicurezza e non che le provochi disorientamento. Quello devo essere io per mia madre perchè è quello di cui ha bisogno.
E quindi rimando tutto indietro, per farla stare tranquilla..c'è un tempo giusto per ogni cosa...potrò piangere in macchina mentre rincaso, da sola...magari pensando a quante volte lei davanti a noi figlie avrebbe voluto piangere preferendo però rimandare le lacrime nelle sue ore di solitudine, facendosi vedere ai nostri occhi forte ed irremovibile. Questo faccio, ma vorrei semplicemente che mi venisse naturale.

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