venerdì 18 novembre 2011


Non hai chiesto tu di venire al mondo ma hai deciso tu come viverlo.
Ti sei sentita forte quando hai visto che potevi comandare la tua vita? Quanto forte?
E quando hai capito che invece era una leggera polvere a comandare e non tu?
Da quel momento hai smesso di vivere. Perché allora hai voluto creare un’altra vita?
Anche lei non ha chiesto, se l’avessi avvisata probabilmente avrebbe detto: no grazie
Pensavi che la tua vita facesse schifo? Pensavi che peggio non ce ne fossero? E quella di tua figlia allora com’è? Agli occhi della polvere bianca come appare quel caschetto biondo? Lo vedete?
Hai pensato potessi comandare almeno quella vita che hai generato ancor più debole ed indifesa di te? Che sollievo quando te la portano via, tutto il giorno libera di strisciare per casa cercando un limone…ma poi torna…ma poi dorme…che vita leggera che ti sei regalata…opaca ma leggera.
E cosa hai pensato quando l’hai buttata giù dalle scale? Se lo hai pensato. Hai voluto avere l’ultima parola su quella vita? Non l’hai guardata negli occhi, di schiena…vile come la tua vita…
Io invece l’ho guardata negli occhi…nessuno ti ha mai detto che ha solo quelli per poter parlare?
E quella luce che le ha illuminato gli occhi quando mi ha visto avvicinarsi al suo lettino, tu non l’hai mai vista vero? Le fa paura la tua capacità forte di fare del male, di distruggere, di uccidere.
La mancanza di coscienza domani le farà tornare il sorriso, e con il suo anche il mio anche…pur con consapevolezza. Mentre gli aghi le daranno da vivere sotto la sua pelle tu cercherai un limone, mentre io lavorerò tu cercherai un cucchiaino, mentre tutto tornerà normale avrai ancora quell'opaco attorno a te.
Puoi lasciare allibo un cuore come il mio, puoi calpestare ogni tipo di pensiero, puoi accecare gli occhi che ti guardano.
Non salverò il mondo, ma quegli occhi…quell’anima giuro non ti vedranno più.


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